Descrizione
Manifesto
100 x 70 cm
Edizione limitata di 80
Paolo Ventura, Lo Zuavo Scomparso
52 pagine.; 30×24 cm
Copertina rigida telata
ISBN: 978-88-95410-18-0
Tiratura: 500
2012
Io lavoro sulla memoria ma in realtà ho a che fare più con la fantasia e l’immaginazione, perché la memoria ha già una sua struttura, e a me non serve quella struttura, ne’ mi interessa. Non mi interessa ricreare mondi passati come se fossi davvero stato negli anni 50 a Milano. Mi interessa invece prendere un’atmosfera e costruirci sopra con la fantasia. Perché certe atmosfere ci sono ma poi in realtà non sono così, sono dei mondi contradditori in cui le epoche si contraddicono a vicenda. Più che rifare un mondo che è già esistito, preferisco inventarne un altro, che non ho visto. Il fatto di ambientarlo nel passato mi da’ la libertà di raccontare storie in modo meno preciso. Sono più libero, ci sono meno compromessi perché costruisco un passato che diventa una scatola in cui mettere i miei oggetti, ed è molto comodo. E non vuol dire che sono nostalgico ne’ romantico. Costruisco un altro mondo che è il mio mondo, perché non c’è dubbio che il mio mondo si è nutrito di certe immagini! Da qualcosa si deve partire per costruire un mondo immaginario.
Poster
100 x 70 cm
Limited Edition of 80
Paolo Ventura, Lo Zuavo Scomparso
52 pages.; 30×24 cm
Clothed hardcover
ISBN: 978-88-95410-18-0
Edition of 500
2012
My work focuses on memory, but actually it has more to do with imagination and fantasy, as memory already has its own structure, and I don’t need that structure, nor am I interested in it. I’m not interested in recreating past worlds, as though I really was in Milan in the 1950s. What I am interested in is taking an atmosphere and using my imagination to build on it. Because there are certain atmospheres, but they are not actually like that in reality, there are contradictory worlds in which the periods contradict each other. Rather than recreating a world that has already existed, I prefer to invent another, which I have not seen. The fact that I set it in the past gives me the freedom to recount stories in a less precise manner. I am freer, there are fewer compromises because I build a past that becomes a box in which I place my objects, and it is very convenient. That doesn’t mean that I’m nostalgic or romantic. I build another world that is my world, because there’s no doubt that my world has been nurtured by certain images! In order to build an imaginary world you have to start somewhere.