Descrizione
«Tutto ciò che la fotocamera vede è un’allucinazione, che sovrascrive e supera tutto ciò che è venuto prima. E ogni fotografo è alla ricerca di quell’allucinazione, di quella sensazione che il flusso e lo scorrere del mondo possano balzare in una cornice e annunciare di avere un significato importante.»
Tim Davis
«Lo sguardo di Tim Davis è genuinamente curioso, agrodolce e divertito, allucinato nel migliore dei sensi: lo sguardo di chi non sapeva bene cosa aspettarsi, ma si è fidato ed ha iniziato a ballare; e si è trovato di fronte una terra con indosso una maschera sardonica, le sue strade ebbre eppure perennemente assetate ed i suoi paesaggi infusi di un dolore soffuso e fuori dal tempo, i pezzi tenuti insieme con lo spago di nylon. »
Elisa Medde
«Tim è uno sciamano che ci guida in questo suo viaggio e la cui terrenità ha preso forma lungo i 2700 km percorsi da Sassari a Cagliari, addentrandosi nei paesi barbaricini, in quelli dell’Ogliastra e dell’oristanese. L’atto spirituale è invece la visione che ci viene restituita, una percezione in continuo deragliamento: il sardo più che s’istrànzu (sia esso continentale o statunitense) riconoscerà alcuni luoghi e certe dinamiche come familiari e tipicamente sarde, ma rimarranno entrambi increduli di fronte ad altre immagini. È ancora la Sardegna questa, o un pezzo di Los Angeles è entrato prepotentemente in contatto telepatico con noi?»
Marco Delogu in collaborazione con Flavio Scollo