Paolo
Ventura
— Milano, 1968
Paolo Ventura racconta delle piccole storie e per ambientarle ricostruisce dei paesaggi. Lo fa letteralmente. Non si limita a ricostruire dei set dove disporre i modelli o dove inserirsi personalmente, Ventura quei paesaggi li inventa, li immagina e quindi li costruisce. Le foto così immaginate ricostruiscono un paesaggio del tutto plausibile, che appare reale eppure non corrisponde a nessun luogo. La Roma autunnale de “lo Zuavo Scomparso” ad esempio è plausibile, si serve anche di iconografie intuitivamente leggibili e ascrivibili alla città in cui il racconto si ambienta, eppure quella Roma esiste sono nell’immaginario di Ventura e nelle elaborate fotografie che ne risultano.
Tra il 1989 e il 1991 ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera. Attualmente vive e lavora ad Anghiari. Nel 2012 ha ritratto Roma nell’ambito della X edizione della Commissione Roma. Le sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche, tra cui al MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma, alla Maison Européen de la Photographie di Parigi e alla Library of Congress di Washington D.C. Ha recentemente esposto il suo ultimo lavoro The Infinite City alla Hasted Kraeutler Gallery di New York.
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